Oto Melara - dai cannoni ai trattori e ritorno

Quasi 6.300 trattori prodotti in dodici anni, questo il biglietto da visita della OTO, abbreviazione della Odero Terni Orlando di La Spezia. Questi trattori erano assolutamente innovativi, e come si dice in gergo, modulari, potevano addirittura essere trasformati da ruotato a cingolato e viceversa.

Bicilindrico a V

L'imponente blocco motore bicilindrico a V

L'imponente blocco motore bicilindrico a V

Sempre nel 1953 esce l’ammiraglia di OTO, il C 40 R4 con la variante 2 R3, che adotta un potente bicilindrico a V di 3,7 litri di cubatura, in grado di erogare ben 38,5 cavalli a 1400 giri al minuto. E’ molto più pesante e dimensionato dei predecessori, arriva 2730 chili per un metro e 86 di larghezza, e costa quasi due milioni di lire. Non bissa il successo del 25 e viene proposto in tutte le versioni possibili, tre, quattro ruote , cingolato puro, cingolato trasformabile. La maggior potenza crea problemi ai riduttori e, dal 1956, viene sostituito dal 45, con meccanica rinforzata e zavorratura anteriore per un miglior bilanciamento. Nel frattempo, la OTO scala le posizioni dei trattori più venduti in Italia, nel 1955 raggiunge il suo massimo storico con più di mille trattori immatricolati, dall’ottavo posto del 1950 arriva al quinto, dietro a Same (1648 unità), Landini (2248), OM (2536) e Fiat (6709). Nel 1957, oltre al citato cingolato Primosole, OTO presenta Il C 20, con monocilindrico da 1,5 litri e 20 cavalli, risposta alla “piccola” Fiat da 18 cavalli a e alla “Landinetta” da 20 cavalli della casa di Fabbrico,e al “Sametto” di Treviglio. Con il C 20 sparisce la versione a tre ruote, infatti è disponibile a quattro ruote, cingolato puro e cingolato trasformabile. Altra caratteristica peculiare è la coloritura in grigio della meccanica e la scomparsa del bel cofano sfuggente originale. Il nuovo cofano, “ispirato” dai concorrenti presenta addirittura una falsa griglia sul muso, del tutto inutile in quanto non ve ne è affatto necessità visto il sistema di raffreddamento dell’OTO. Inoltre, caso unico nella produzione OTO, i pedali freni e frizione vengono collocati in modo convenzionale, cioè rispettivamente a destra e a sinistra. Stessa carrozzeria con finta griglia anteriore per l’ultima serie OTO Melara del 1962, la serie 30 da 28 cavalli in versioni R4 e cingolato. Sono passati dodici anni dall’arrivo del rivoluzionario R3, OTO ha goduto di un dignitoso successo in un mercato molto competitivo ed esigente, 6300 trattori della casa di La Spezia lavorano nei campi Italiani. Il Ministero della difesa, di fatto la proprietà, richiede un massiccio impegno per il rinnovo dei mezzi militari e la OTO si ritrova costretta ad abbandonare il settore agricolo per rientrare nell’attività storica, quella degli armamenti leggeri. La produzione di trattori cessa di fatto nel 1962 e gli ultimi esemplari vengono venduti e immatricolati nel 1964.