Oto Melara - dai cannoni ai trattori e ritorno

Quasi 6.300 trattori prodotti in dodici anni, questo il biglietto da visita della OTO, abbreviazione della Odero Terni Orlando di La Spezia. Questi trattori erano assolutamente innovativi, e come si dice in gergo, modulari, potevano addirittura essere trasformati da ruotato a cingolato e viceversa.

Prima per la marina, poi per l'agricoltura

L'Ingegner Camillo Corradi, progettista della Oto, al volante di un prototipo

L'Ingegner Camillo Corradi, progettista della Oto, al volante di un prototipo

La storia della OTO Melara inizia due secoli fa, nel 1884, in Umbria: a Terni viene fondata la prima acciaieria Italiana di proprietà dello Stato che porta il nome della città stessa. Diciannove anni dopo, nel 1903, la Terni, ingloba due importanti cantieri navali, l’Odero di Genova e l’ Orlando di Livorno. Nel 1905 l’accordo commerciale tra l’inglese Vikers e la Terni porta alla nascita dell’omonima società appositamente creata per lo studio, sviluppo e produzione di armi e sistemi per la Marina e l'Esercito Italiani. Dopo aver contribuito alla costruzione di molte delle armi italiane usate nella Prima Guerra Mondiale, nel 1919 estende l’attività alla produzione civile producendo di tutto, dalle locomotive a vapore alle eliche per natanti. Nel 1922, la Vikers, “consigliata” da Mussolini, abbandona l’avventura, e nel 1927 viene costituita la società Odero Terni e nel 1929 la Odero Terni Orlando che produce natanti, macchine utensili e armamenti. Nonostante un buon successo commerciale, soffre la crisi americana del 1929 e nel 1935 la OTO, insieme all'Ansaldo, è una delle prime Società ad entrare a far parte dell'appena costituito IRI, Istituto per la Ricostruzione Industriale. La OTO riprende la redditizia produzione di armamenti, che, fisiologicamente, crolla alla fine della seconda Guerra mondiale, costringendo l’azienda a diversificare la produzione e rientrare in quella civile, e, nel 1949, arriva il primo trattore.