OTO C25 2 R3 V

Anno di produzione 1953

Nel 1953 si amplia la gamma introducendo un nuovo modello di 25 cv cercando di correggere i difetti più evidenti mostrati dalle prime serie.

Un posto guida più confortevole

Nella foto di tre-quarti si nota il rinnovato profilo del cofano.

Nella foto di tre-quarti si nota il rinnovato profilo del cofano.

Nato dall'esperienza del R3, questo trattore con 25 cavalli di potenza, diventa la naturale evoluzione del primo modello uscito dagli stabilimenti spezzini. Per poter affrontare con maggiore versatilità la nuova frontiera della meccanizzazione agricola italiana, con il C25 la soglia della potenza minima viene quindi aumentata di circa 7 cavalli rispetto al suo predecessore. Il lettore attento, si rende poi subito conto dello sforzo intrapreso dai progettisti dell'epoca per rendere il posto guida più confortevole ed abitabile. Il volante ora esce infatti più inclinato verso l'alto e non attraversa più il serbatoio del carburante, permettendo all'operatore di mantenere una posizione delle gambe e delle braccia più naturale. Sostituito anche il seggiolino: si percepisce un migliorato comfort di marcia potendo contare su di un sistema molleggiato in linea con i tempi e con la concorrenza. L'R3 aveva mostrato subito due gravi problematiche che ne frenarono la diffusione: l'estrema leggerezza dell'avantreno, e la forte propensione al surriscaldamento del motore. L'estrema leggerezza del mezzo sull'assale anteriore caratterizzato dalla presenza di una sola ruota, induceva troppo spesso la macchina a continue devastanti impennate durante le lavorazioni più impegnative. Per ovviare a questo spiacevole inconveniente, si è prima cercato di dotare la mono-ruota di una 'improbabile' zavorra, scegliendo poi di presentare questo nuovo modello con l'attuale soluzione a due ruote ravvicinate sull'assale. Si nota anche una scatola di sterzo maggiorata proprio per evitare le frequenti rotture, causate da queste continue sollecitazioni dell'assale. La più evidente differenza che caratterizza questo mezzo dal predecessore, si nota dal differente disegno dei profili laterali del cofano, particolarmente sfiancati, che portano molto più respiro alla ventola del raffreddamento forzato e di conseguenza al gruppo termico. Questa completa carenatura del motore presente sull'R3, portava infatti troppo spesso il motore ad un estremo e precoce surriscaldamento. Guardando da vicino il gruppo termico si nota un nuovo e più moderno disegno del monoblocco ora di forma quadrata. Il rinnovato coperchio delle valvole di distribuzione fissato alla testa del motore con due soli galletti avitati ad altrettanti prigionieri, ne facilita l'asportazione per una frequente ispezione delle valvole stesse. Tutte queste odierne considerazioni che ai più possono risultare banali, non tengono sicuramente conto dell' intenzione del produttore di proporre a quel tempo un mezzo dal più basso costo possibile, acquistabile perciò da coloro che non avrebbero potuto affrontare l'investimento su di un mezzo più blasonato.

Rinforzato il cinematismo dello sterzo

Rinforzato il cinematismo dello sterzo

 
Si nota la migliorata inclinazione dello sterzo con l'asse che non attraversa più il serbatoio

Si nota la migliorata inclinazione dello sterzo con l'asse che non attraversa più il serbatoio

 
La presa di potenza porta il moto alla barra falciante tramite una coppia di cinghie

La presa di potenza porta il moto alla barra falciante tramite una coppia di cinghie

 
Vista frontale che evidenzia l'assale con le due ruote a V

Vista frontale che evidenzia l'assale con le due ruote a V